Smart working: un’evoluzione necessaria per le PMI

In seguito alle restrizioni e alle direttive emesse dal Governo Nazionale, è diventato più che mai necessario rivedere l’organizzazione e le modalità di lavoro all’interno delle aziende.

Se per una grande azienda fermarsi è difficile e comporta delle grosse perdite economiche, per una piccola azienda è praticamente impossibile imporsi uno stop, senza tremare per le conseguenze economiche.

Dal momento che risulta attualmente difficile stabilire la durata di questa emergenza, diventa necessario garantire la continuità del lavoro all’interno delle aziende, cercando quanto più possibile limitare i danni e gli strascichi economici causati dal Covid-19.

Se l’obiettivo è quello di limitare i rapporti interpersonali e gli assembramenti, al fine di ridurre il più possibile il diffondersi dei contagi, è vero anche che ai tempi della tecnologia e della Digital innovation alcuni lavori possono essere svolti tranquillamente da casa.

Questa modalità di lavoro si chiama “Smart working”: diffusissima già in altre parti del Mondo, inizia a diffondersi anche in Italia, da sempre un po’ restia alle innovazioni digitali.

Lo smart working, in versione semplificata, può essere attivato senza accordo individuale in tutta Italia e fino al prossimo 31 luglio. È valido se svolto non solo presso la propria abitazione, ma anche in sedi alternative.

Nell’ultimo periodo diverse aziende, soprattutto dei servizi, hanno iniziato già ad utilizzare il lavoro agile, mentre altre che già lo prevedevano sono passate da un giorno a settimana al 100%.

Sono gli effetti del coronavirus.

Come si suol dire, la difficoltà attiva l’ingegno e permette di sperimentare soluzioni nuove, che magari si scoprono funzionali anche quando la difficoltà passa e si torna alla normalità.

Ad oggi circa il 51% delle imprese afferma di essere totalmente disinteressata allo Smart Working. La sfida più grande, in questo senso, è sicuramente nella diffusione del lavoro agile per le PMI, dal momento che questa modalità di lavoro rappresenterebbe una risorsa in più.

Di fatto, il lavoro agile potrebbe garantire una maggiore produttività ed un risparmio dei costi, sia economici che ambientali, dal momento che la riduzione degli spostamenti comporterebbe, di conseguenza, una riduzione delle emissioni di CO2.

Inoltre, dal punto di vista dei lavoratori, lo smart working ha effetti positivi sulla conciliazione della vita privata e lavorativa e, nel 32% dei casi, dà più soddisfazione, che indirettamente incide anche sulla produttività.

Quello che frena una maggiore diffusione del lavoro agile?

Sicuramente la penetrazione della tecnologia e la percezione, molto datata in verità, che si tratti di una modalità di lavoro che causi maggiori distrazioni e difficoltà nella comunicazione.

L’emergenza Covid -19 darà sicuramente la possibilità di sperimentare le nuove possibilità offerte dalla tecnologia e dal digitale.

Agli imprenditori, come sempre, non resta che fare di necessità, virtù.

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